Relazione del Drg. Rocco Donato Damone: ‘’La riorganizzazione del sistema sanitario toscano secondo la dgrt n. 1235/2012’’
Da La Nazione di sabato 22 febbraio 2014
La riorganizzazione del sistema sanitario pisano, gli scenari della sanità sul territorio, le criticità esistenti e le prospettive future. Di questo e molto altro si è discusso giovedì sera, nella cornice dell'Hotel Duomo, durante l’incontro conviviale del Rotary Club Pisa Galilei. Relatore d'eccezione Rocco Damone, direttore dell'Usi 5 di Pisa, riconfermato in settimana per altri tre anni. Damone è stato accolto dal presidente del service Luigi Murri nell'ambito di una interessante e partecipata serata, cui ha preso parte anche Giuseppe Cecchi, direttore della Società della Salute. Nella sua relazione, Damone ha toccato i punti cardine della riorganizzazione della salute in Toscana con un focus particolare sulla provincia di Pisa, ponendo particolare attenzione sul miglioramento del processo produttivo ospedaliero e sulla nuova e più articolata funzione dei medici di famiglia. «La situazione economica del Paese è ben nota», ha esordito il direttore dell'Usl. «Ma se a livello sociale si sta vivendo da poco tempo, in sanità la crisi è iniziata da diversi anni, per la riduzione del fondo sanitario cui abbiamo dovuto fare fronte. Il ministro Tremonti prima e il governo Monti poi hanno ridotto le risorse per la salute pubblica, dunque abbiamo dovuta ripensare la sanità territoriale migliorandone la performance». Damone ha ribadito il concetto di territorio-ospedale-residenzialità. I posti letto non sono più quelli di un tempo, perché le tecniche chirurgiche sono migliorate: a Pisa siamo passati a tre posti letto ogni mille abitanti. Va detto che abbiamo tagliato quelli che rimanevano vuoti. Ma affinchè l'ospedale funzioni, bisogna che funzioni il territorio. E per fare funzionare il territorio bisogna sviluppare la territorialità. Nelle Rsa di Pisa abbiamo 770 letti e i costi, nei cosiddetti ospedali di comunità, oscillano tra i 130 e i 160 euro al giorno. Un posto letto in ospedale invece costa tra i 500 e i 600 euro al giorno».
Ma come fare per ridurre l'incidenza ospedaliera? Il direttore dell'Usi 5 non ha dubbi: «Da un lato si deve investire sugli stili di vita. Lo si fa sulle giovani generazioni e l'obiettivo dichiarato è consumare meno i bilanci sanitari. L'altro elemento è quello di gestire le malattie croniche, valorizzando al massimo la figura degli infermieri che oggi hanno una preparazione importante. Nei primi due anni a Pisa abbiamo assistito a una diminuzione dell'incidenza del 20 x 1000 abitanti. Ridurre questi costi ci permette di investire altrove». Poi c'è il punto cruciale del medico di famiglia. Con questi professionisti l'Usl 5 sta portando avanti un lavoro di sensibilizzazione e informazione che deve essere ancora incrementato e strutturato, «Il medico di famiglia - afferma Damone - è l'elemento chiave di questo processo. Ha infetti molte responsabilità in più. Il rapporto con il medico di famiglia, per il ruolo dì conoscenza del paziente e di collegamento con i presidi sanitari, dev'essere dunque implementato. Quando si parla di Casa della Salute, in molti storcono il naso. Ma l'ospedale non può più fare il primo livello di assistenza: non può fare l'elettrocardiogramma o misurare la pressione tanto per intenderci. Il nostro ospedale è un'eccellenza europea e all'Europa deve guardare. Dunque deve essere sfruttato per il secondo e il terzo livello di assistenza». Infine uno sguardo alle professionalità: «Mancano gli specialisti. Anche per questo è indispensabile enfatizzare il lavoro degli infermieri e cambiare i processi produttivi. Soprattutto sarà indispensabile riattivare un ragionamento con l'università. Altrimenti come possiamo guardare al futuro?.