Conferenza della prof.ssa Edda Bresciani:
L’italia e il Museo Greco-Romano di Alessandria d’Egitto:1892-2014. Progetto museografico preliminare per lo sviluppo e la riabilitazione del Museo Greco-Romano di Alessandria 2013-2016
La città voluta da Alessandro Magno sulla costa nord del Delta egiziano e costruita dai suoi successori i Tolomei, vantava monumenti di eccellenza unica costruiti nel quartiere regale: il Museion e la connessa Biblioteca, purtroppo distrutti nelle vicende che seguirono la fine dell’ellenismo in Egitto, le più recenti la distruzione attorno al 390 da parte del vescovo cristiano Teofilo e infine quella al momento della conquista mussulmana dell’Egitto nel 641..Nel 2002 la Biblioteca è stata ricostruita ed è aperta al pubblico con ben otto milioni di volumi; la sua architettura è molto originale, futuristica, caratterizzata dal muro circolare esterno, con una copertura inclinata, sulla base di una gara indetta dall’UNESCO nel 1988 e vinta dallo studio norvegese Snoehetta. Ad Alessandria è prevista la costruzione di un Museo sottomarino.
Il Museo Greco-Romano, situato nel cuore della moderna Alessandria, fu fondato nel 1892, regnando il kedivè Abbas II, per volontà della comunità italiana di Alessandria, comunità che era particolarmente numerosa e prospera a quel tempo e lo è stata per altri vari decenni del XIX secolo. Il primo direttore dell’istituzione è stato un italiano, Giuseppe Botti (1853-1903); italiano anche il successore nel 1903, Annibale Evaristo Breccia (1876-1967) che tenne la carica fino al 1932, unendo la direzione del museo all’attività archeologica con risultati brillanti, ad Alessandria, nella Mareotide, nel Fayum, nel Medio Egitto.Il Breccia rientrò in Italia e fu professore di Storia Antica nell’Università di Pisa, ed anche rettore dello stesso Ateneo dal 1939 al 1941. L’ importante archivio di Breccia fu donato all'Ateneo Pisano dalla moglie Paolina Salluzzi nel 1967, è conservato presso le Collezioni Egittologiche dell'Università. Inventariato, può essere consultato on-line.
Anche il terzo direttore del Museo greco romano di Alessandria è stato un archeologo italiano, Achille Adriani (1905- 1982), che tenne la carica dal 1932 al 1940 e dal 1948 al 1952. Secondo A. Adriani la tomba di Alessandro il grande è forse da identificarsi nella cosiddetta “Alabaster Tomb” ad Alessandria. In seguito i direttori sono sempre stati egiziani.
Il Museo Greco-Romano conservava fin dalla fondazione e con notevoli accrescimenti di reperti, alcune migliaia di oggetti significativi per la storia dell’Egitto ellenistico e della città di Alessandria , dalla fondazione della città nel 331 a.C. fino alla conquista araba nel 641 d.C. Già Evaristo Breccia aveva sentito l’urgenza di ampliare e ristrutturare il Museo, e approvò il progetto presentato nel 1929 da un architetto francese allora molto noto, Michel Roux Spitz (autore del progetto del monumento commemorativo del Canale di Suez, costruito col granito dell’isola della Maddalena); il progetto del Museo di Alessandria però non fu realizzato, e i disegni relativi si trovano adesso nell’Archivio Breccia a Pisa.
La necessità di una ristrutturazione e ampliamento del Museo è stata di nuovo sentita negli anni recenti, ma gli errori compiuti hanno portato alla chiusura, ormai da otto anni, del Museo stesso. Adesso finalmente si è arrivati alla presentazione e approvazione di un nuovo progetto di riabilitazione dello spazio museale, inserito un programma di sviluppo dei siti archeologici di Medinet Madi nel Fayum e di Saqqara, e appunto del Museo di Alessandria.Il progetto ha avuto a disposizione otto milioni di dollari, nell’ambito della terza tranche del programma di conversione del debito gestito dalla Cooperazione italiana. Il progetto è opera dell’architetto Antonio Giammarusti, e prevede una superficie di 10.000 metri quadri, spazi per esposizioni permanenti, spazi per la ricerca scientifica e spazi per i bambini. La realizzazione del Museo è prevista entro il 2016; per la parte italiana, è coinvolta l’Università della Tuscia, essendo il direttore tecnico l’arch. Antonio Giammarusti, mentre Edda Bresciani, Prof. Emerito di Egittologia e Accademico dei Lincei, è il direttore scientifico.
L’università della Tuscia si occuperà anche del progetto di valorizzazione dei siti archeologici di Saqqara e di Medinet Madi (Narmouthis per i greci) nel Fayum, dove l’Università di Pisa e la Cooperazione italo-egiziana hanno creato il primo parco archeologico dell’Egitto, inaugurato nel 2911, collegato all’area protetta di Wadi El Rayan e Wadi Hitan (balene fossili), nell’ottica dello sviluppo sostenibile dell’affascinante regione dell’oasi del Fayum.
Edda Bresciani, Socia Onoraria Rotary Club Galilei di Pisa