Il 24 giugno si è svolta la tradizionale cerimonia del passaggio del collare da Savino Sardella a Giampaolo Russo
Dopo il lungo periodo di riunioni telematiche, la cerimonia del passaggio delle consegne fra il Presidente in carica, Savino Sardella, e il Presidente della nuova annata 2021/22, Giampaolo Russo, si è svolta alla presenza di numerosi soci ed ospiti

24/06/2021 Annata 2021-2022

All’inizio della serata il Presidente Sardella ringrazia tutti i soci presenti e i numerosi ospiti sia del club che dei singoli soci. Ricorda il lungo periodo durante il quale le riunioni del club sono state svolte esclusivamente in modalità telematica e, ritrovandosi per la prima volta di nuovo insieme, coglie l’occasione per presentare gli ultimi tre soci recentemente ammessi al club durante il periodo di lockdown: la Dr.ssa Giusy Pantalissi, il Dr. Alexandr Aghababyan e il Dr. Daniele Meiattini, consegnando loro gli spilli e tutta la documentazione di rito.
Il Presidente conferisce poi il Paul Harris Fellow ai soci: Gabriella Albanese, Massimo Chiarugi, Ignazio Bulgarella, Fabrizio Dendi, Simone Bernardoni e Biagio Solito,
Il Presidente ha inoltre premiato con la medaglia del Quarantennale: la Sig.a Maria Antonetta Denaro, che ci ha supportato nelle pratiche notarili per il progetto pulmino e per il sostegno al progetto oncologico per le nuove terapie nel campo dei tumori del colon retto; la Prof.ssa Tiziana Stiaccini (docente del Liceo scientifico Dini di Pisa); il Presidente dell’Associazione ASSOFLY Pietro Proietti. Il mezzo attrezzato per il trasporto disabili, che il club ha donato all’associazione, era presente alle spalle del tavolo della presidenza.
Il Presidente ha infine ringraziato tutti i membri del Consiglio Direttivo e i Presidenti delle Commissioni consegnando loro la medaglia del Quarantennale.

Dopo il passaggio del collare, prende di nuovo la parola il Presidente Sardella per il suo intervento di fine mandato:

“Cari Amiche ed Amici,
Siamo arrivati alla fine dell’annata! Un’annata anomala, difficile da gestire.
Avevamo iniziato alla grande con un quarantennale partecipato e festoso. Ben presto abbiamo dovuto riporre nel cassetto tutti i nostri sogni: viaggi, festa della famiglia rotariana, valorizzazione della cucina territoriale e quant’altro.
E’ apparso subito evidente che l’unico obiettivo sarebbe stato quello di tenere unito il club, di mantenere vivo l’interesse per il Rotary, fare progetti di ampio respiro rotariano anche se in prolungato e solitario smart-working.
Abbiamo mantenuto l’impegno preso con numerosi progetti di servizio sia internazionale ma soprattutto rivolti alla nostra comunità.
E’ stato gratificante e nello stesso tempo complesso, confrontarsi con realtà totalmente diverse dalla nostra, stringere rapporti di amicizia e di collaborazione con i rappresentanti di club e distretti lontani. (global grant con l’India)
Bello ed emozionante è stata la partecipazione dei rappresentanti delle realtà locali della nostra comunità che hanno accettato di condividere il nostro progetto (stop all’emorragia) e di partecipare numerosi al corso di addestramento in presenza, pur nel massimo rispetto delle norme igienico-sanitarie.
Significativa e certamente non usuale è stata anche la partecipazione ad un progetto interdistrettuale tra il 2071 ed il 2032che ha comportato la donazione di un ecografo alla neonatologia di Pisa per onorare la figura del suo giovane direttore precocemente scomparso.
E che dire della iniziativa fra tutte le realtà associative pisane nell’adornare i muri del Day hospital dell’onco-ematologia pediatrica con quadri, litografie, acquerelli di artiste pisane allo scopo di poter dare ai piccoli pazienti una speranza di vita futura.
Non abbiamo tralasciato la cultura contattando le scuole superiori pisane nell’intento di preparare opere di varia natura in occasione dei 700 anni dalla morte di Dante. E’per me un piacere comunicarvi che l’Istituto Liceo Scientifico Dini da noi sponsorizzato, ha vinto il primo premio. Abbiamo sostenuto un progetto di ricerca in ambito oncologico e presentato una nostra candidata al Premio Galilei Giovani, la dr.ssa Carlotta Antoniotti, che ha vinto il premio.
Certamente non abbiamo dimenticato le necessità pressanti della nostra comunità afflitta da una delle più gravi crisi socio-economiche dal dopoguerra, sostenendo la Caritas nel suo sforzo di provvedere ai reali bisogni dei nuovi poveri e ancora mitigare i disagi dei soggetti meno fortunati e permettere la loro inclusione nella società, nei luoghi dell’insegnamento(progetto senza limiti) nell’ambito di una sempre viva collaborazione tra il Rotary ed il Rotarct, e la donazione di un mezzo di trasporto per disabili ed anziani.
Per ultimo e, non certamente per minore importanza, abbiamo partecipato al progetto interclub MIX Pisa 20-21, nel quale sono state affrontate varie tematiche su come le nuove tecnologie possano interagire positivamente su alcune realtà della nostra città e del nostro territorio come la cultura, il turismo, la sanità, l’ambiente, l’agricoltura, con un percorso lungo trenta anni .
Visionari? Certamente si! Ma è stato bello fare questo splendido viaggio virtuale dalla stazione di Pisa centrale Oggi a quella di Pisa del 2050.
Sono state buttate le basi per migliorare la nostra società e lasciare ai figli e soprattutto ai nipoti una città ed un territorio migliore, ecosostenibile.
Il progetto si è concluso con la presentazione alla stampa di un bando di concorso rivolto alle start-up del nostro territorio che presenteranno un progetto autorevole per la nostra città
Con una collaborazione fra i club di area abbiamo redatto insieme i programmi mensili con relazioni interessanti, incentrate su argomenti diversi, con relatori d’eccezione. Abbiamo cercato, in definitiva anche se in coatto e costante collegamento virtuale di assolvere al nostro compito istituzionale che è quello di tenere viva la fiamma del Rotary.
Abbiamo rispettato in pieno il piano strategico presentato con particolare riguardo all’effettivo, con un bilancio positivo nel numero dei soci affiliati, nell’attenzione alla parità di genere e nel ringiovanire l’età media dei soci. Abbiamo cercato di rendere il club innovativo, secondo le disposizioni del presidente internazionale.
Non è stato facile! Credetemi!
Grazie.”


Il Presidente Sardella passa poi la parola al nuovo Presidente, Gian Paolo Russo, per il suo intervento programmatico:

“Cari amici,
dopo un anno rotariano in bilico tra incertezza e speranza, quello appena iniziato sarà necessariamente vòlto alla ricostruzione - passaggio necessario, alla luce degli eventi, per traghettare la nostra associazione in un mondo nuovo, forse diverso da quello antecedente la pandemia, ma sicuramente minato alla base nei suoi assetti sociali e nelle sue ataviche convinzioni.
Del resto, sono proprio eventi di portata simile che, spesso, impongono un ripensamento circa la scala dei valori ai quali abbiamo aderito in modo incondizionato e una riflessione sulla sostenibilità delle nostre abitudini, probabilmente ancorate a un passato remoto già diverso da quello prossimo, in contrasto con il presente e inconciliabile con il futuro.
In tale ottica, il Rotary non potrà trincerarsi dietro il facile paravento di sterili consuetudini, fingendo che nulla sia cambiato, o restare incatenato a prassi obsolete. Ciò non significa che un club moderno, quale auspico sarà il Galilei - i fatti e i documenti dimostrano che sempre tale è stato - dovrà rinnegare il proprio passato o allontanarsi dalle sue tradizioni, ma solo che non potrà ignorare la contemporaneità e auto-confinarsi in un empireo tanto distante dalla vita quotidiana da renderne impossibile la corretta percezione.
L’interesse ai problemi concreti e attuali della nostra comunità e, in un’ottica più ampia, della comunità nella quale il Rotary International è chiamato a operare, costituirà un faro nell’ideazione dei progetti, che, a propria volta, rappresentano la ragion d’essere del club, senza la quale esso stesso verrebbe a essere snaturato: troppo spesso siamo stati considerati, anche da chi, per i motivi più vari, si è avvicinato al club, come un gruppo di privilegiati che si crogiolano nella sicurezza della loro esistenza ovattata e si incontrano con l’unico scopo di divertirsi, nel più assoluto disinteresse per la miseria che li circonda; ferma restando la componente ludica propria a ogni associazione, il Rotary è ben altro, e solo la nostra azione e i progetti da noi realizzati dovranno rappresentarci all’esterno: per questo motivo, sarà necessario un uso consapevole e ponderato della comunicazione, affinché si valorizzino i nostri sforzi e si sfati il falso mito di un club di oziosi e gaudenti, privi di linee guida che ne orientino l’operato, dediti all’autocompiacimento e all’esclusiva soddisfazione dei propri interessi.
Ovviamente, alla base di questo sta anche la consapevolezza di ciascuno circa la natura e i valori del Rotary: dal che discende l’importanza della formazione, tanto dei nuovi soci, attraverso lo studio, quanto di quelli più anziani, attraverso l’azione vera e propria e l’insegnamento ai (rotarianamente) più giovani. Sapere che cos’è il Rotary, quando è nato e cosa ha portato a termine non è un esercizio di stile, ma la base sulla quale costruire, con consapevolezza, un’azione incisiva dei soci e del club.
Gli stessi candidati, a mio avviso, dovrebbero essere individuati in funzione del club e non solo del ruolo che rivestono nei rispettivi ambiti di appartenenza; ancora di più, in funzione dell’interesse che il club potrebbe trarre dalla loro affiliazione e non, viceversa, da quello presunto che costoro potrebbero trarre dal farne parte. In altre e più brutali, ma, sicuramente, comprensibili, parole, è il club che deve usare i soci per il perseguimento dei suoi scopi e non i soci il club, per i propri interessi personali.
Così, attraverso l’azione dei soci - i quali metteranno a disposizione di tutti le proprie capacità ed esperienza professionale - potranno realizzarsi progetti di sicuro impatto sulla comunità: un esempio tangibile il District Grant promosso dal nostro club e al quale, in un’ottica di collaborazione e abbandonando inani forme di campanilismo, hanno aderito gli altri Rotary pisani; progetto portato avanti grazie all’alacre lavoro di Maurizia Brunetto, Vincenzo Calderone e Antonio Bottari, i quali hanno offerto il tempo e capacità per realizzare una complessa e articolata campagna di sensibilizzazione sullo screening dell’epatite C, che si concluderà con una vera e propria “settimana dello screening”. Come ho detto, si tratta solo di un esempio, poiché auspico che tutta l’attività dell’anno rotariano appena iniziato sia diretta all’impegno personale di ciascuno e al coinvolgimento di un numero rilevante di persone.
In tal modo, la forza del Rotary non sarà solo economica, ma anche professionale, e questo elemento dovrà caratterizzare il contenuto della comunicazione, sia quella ufficiale - social media in primis, benché da usarsi con la massima cautela - che quella indiretta (importante perché, alla fine, si traduce nel sentire comune); poiché proprio attraverso il lavoro e la giusta comunicazione delle attività svolte la percezione del Rortary aderirà a ciò che esso, realmente, è e fa.
Un altro aspetto sul quale vorrei soffermarmi brevemente è la necessità della diversificazione: nel nostro club, i medici e gli avvocati sono categorie sovrarappresentate; di contro, ve ne sono altre prive (o quasi) di esponenti. Dunque, sarà proprio a queste categorie che dovrà indirizzarsi la ricerca delle nuove forze: imprenditori, commercianti, aristocrazia intellettuale in senso lato, informatici... questo perché il Rotary si fonda, per sua natura, sulla diversità, sulla rappresentatività e sull’apporto di ciascuno all’impegno del gruppo.
Con amicizia,
JP

Passaggio del collare di Presidente al Dott. Giampaolo Russo

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