RELAZIONE SULLA SERATA DEL 5/9/2013 AL ROTARY CLUB GALILEI DI PISA
CONVERSAZIONE DI DANIELE GANDINI
INTERPLAST ITALY E ROTARY PER I BAMBINI DEI PAESI POVERI: L’ESPERIENZA DI UN MEDICO ROTARIANO NEL MONDO
L’idea di una conversazione sul volontariato in chirurgia plastica ricostruttiva al club Galilei mi venne proposta all’ inizio dell’ estate dal Presidente del Club Luigi Murri, che sapendo che da un po di anni mi recavo in giro per il mondo ad operare soprattutto bambini, aveva piacere di parlare dell’argomento, avendo gia precedentemente avuto al club relatori che avevano parlato di problematiche legate all’infanzia.
Poter parlare al Rotary Galilei è stato per me motivo di grande orgoglio, come medico, come rotariano, ma soprattutto come figlio di Sergio, mancato da pochi mesi, che fu tra i primi soci fondatori del Club. Poter parlare e stare insieme alle persone a cui voleva bene e agli amici che avevano condiviso con lui la storia del Galilei e che lui nominava sempre anche quando non poteva piu andarci per motivi di salute, è stato per me molto toccante e mi ha dato una grande emozione.
L’accoglienza ricevuta al vostro Club è stata per me davvero particolare e fin dal primo momento mi sono sentito estremamente a mio agio come se fossi tra amici di sempre.
Già in passato avevo avuto l’occasione di parlare di questo argomento in altri Rotary Club, a Spezia alcuni anni fa, per due volte al mio, al club di Cecina Rosignano e al congresso del distretto 2070 a Prato. Devo dire però senza mezzi termini che il numero dei presenti, e l’interesse riscontrato al Galilei anche con la bella e lunga discussione finale, è stato davvero “particolare”.
Ma veniamo all’argomento: Ho iniziato la mia chiaccherata mostrando cos’è Interplast Italy (www.interplastitaly.it), l’associazione di cui faccio parte e con la quale andiamo nel mondo ad operare e ho fatto vedere come quest’avventura iniziò, nel 1995, con Paolo Santoni Rugiu. Santoni è stato il fondatore della chirurgia plastica pisana, rotariano, già primario della Chirurgia Plastica di Pisa, specializzatosi in Svezia è da tutti considerato uno dei padri della moderna chirurgia plastica italiana. Nel 1995 mi propose di lavorare insieme a lui ad un programma di aiuti chirurgici in Zambia (ex Rhodesia) in Africa Centrale, in un piccolo ospedale missionario appena aperto, da lui scoperto grazie a un articolo letto su un bollettino del Rotary Club di Fermo-Porto S. Giorgio, e cosi facemmo; Dal 1995 al 2003 riuscimmo a portare a termine insieme sei missioni umanitarie di un mese circa ciascuna a Lusaka, la capitale del paese, riuscendo ad operare un elevatissimo numero di pazienti portatori di malformazioni, esiti di ustioni e di traumi, perlopiù bambini.
Nel 2004 Paolo Santoni spostò poi la sua attività di Chirurgo Plastico volontario, prima in Iraq, durante la guerra con gli Stati Uniti, per ben tre volte, e successivamente in Cambogia, sempre con l’associazione Emergency, con altre tre missioni, operando moltissimi casi di malformazioni e di vittime da mine, attività che ha portato avanti fino alla sua morte, avvenuta a Copenaghen nel 2009.
Io dal 2004 proseguii invece con Interplast, con una ultima missione in Zambia da me diretta e successivamente mi sono recato per due volte in Tibet (a Shigatse nel 2004 e a Lhasa nel 2005) e una volta in Cina nel 2006, a Yushu, uno sperduto posto a mille chilometri di strada sterrata da Xining, una città del nord ovest della Cina. Yushu, città di circa 15.000 abitanti, a seguito di uno spaventoso terremoto avvenuto in Cina pochi anni dopo la nostra missione, è stata rasa al suolo quasi interamente.
Le missioni in Tibet sono state per me un’altra grandiosa esperienza che mi hanno dato la possibilità, oltre di operare piu di trecento pazienti in tre volte (quasi tutti bambini con labbro leporino e ustioni), di conoscere una meravigliosa cultura a me prima sconosciuta, che purtroppo sta rapidamente scomparendo, letteralmente inglobata dagli “usi e costumi” cinesi.
Dopo il Tibet, sono poi ritornato nuovamente in Africa, nel 2008, in Uganda, con un’altra missione da me organizzata e diretta e successivamente ho partecipato ad una missione in Sudamerica (Bolivia), dove abbiamo operato moltissimi indios Guarani, i primi abitatori dell’amazzonia boliviana e brasiliana.
Un anno e mezzo fa sono poi infine tornato nuovamente in Uganda. Quest’ultima missione la facemmo in una zona isolata del paese, a Fort Portal, alle pendici del Ruwenzori, l’altissima catena di montagne perennemente innevate anche se all’equatore, chiamate fino al secolo scorso “i monti della luna” dove gli esploratori (Livingstone, Stanley ed altri) cercavano le misteriose e sconosciute sorgenti del fiume Nilo, che infine scoprirono che nasceva invece come…emissario del grande lago Vittoria.
L’esperienza ugandese, è stata particolarmente importante perché è stata la ideale prosecuzione di un prezioso progetto che riusci a portare a specializzarsi a Pisa un medico ugandese, il Dott. Edris Kalanzi che una volta specialista è potuto tornare nel suo paese dove tutt’ora è l’ unico chirurgo plastico e lì lavora presso il Mulago Hospital di Kampala, dove insieme a lui abbiamo operato molti casi anche complessi di chirurgia ricostruttiva.
In Africa, ma anche in tutti gli altri poveri paesi dove abbiamo lavorato, le condizioni sanitarie erano sempre molto disagiate, ed i nostri team dovevano adattarsi a lavorare in condizioni sempre molto difficili, anche se con ottimi strumenti e materiali che ci portavamo sempre dall’Italia grazie alla preziosa collaborazione e supporto di spedizionieri internazionali che da anni si offrono di aiutarci. Anche la logistica extraospedaliera del team, in questi paesi è spesso difficile e bisogna adeguarsi ed adattarsi, ad esempio in Uganda, a Nkokonjeru, proprio vicino alla sorgente del Nilo, in mezzo alla giungla, la nostra equipe era alloggiata in una piccola casa vicino all’ospedale spesso frequentata da ospiti poco gradevoli… una sera dentro la camera di uno di noi trovammo un serpente velenoso di due metri di lunghezza; inconvenienti come questi sono fortunatamente rari, ma possibili quando ci si reca nel terzo mondo in zone non…turistiche!.
Le patologie piu frequentemente riscontrate in queste nostre missioni sono state, oltre alle immancabili malformazioni congenite come il labbro leporino, le malformazioni delle mani e le ustioni da fuoco, le terribili ustioni chimiche, provocate da lancio di acido perlopiù addosso a donne, “colpevoli” di essersi comportate, secondo gli aggressori, in modo non “corretto” contravvenendo a regole “tribali” purtroppo ancora in uso. Spesso questi lanci di sostanze corrosive coinvolgono, oltre alla disgraziata destinataria della punizione, persone a lei vicine e spesso i bambini piccoli che portano in braccio.
In queste nostre missioni, della durata di circa due-tre settimane ciascuna, riusciamo ad operare una media di 100 pazienti ogni volta, e per quanto possiamo, cerchiamo sempre di coinvolgere i medici locali, insegnando loro, anche se con poco tempo a disposizione, le tecniche almeno di base della chirurgia plastica ricostruttiva, che purtroppo nella poche facoltà di medicina dei paesi del terzo mondo, nonostante l’elevatissima richiesta, non è contemplata.
L’interesse dei presenti al mio intervento si è poi concretizzato alla fine della mia relazione, con molte domande e interventi di consenso e approvazione che mi hanno fatto un grandissimo piacere.
A conclusione della serata il Presidente Murri ha ancora una volta sottolineato l’importanza di questo tipo di attività di volontariato in medicina e l’importanza di divulgarne la conoscenza con ogni mezzo, auspicando una sempre maggior partecipazione del Rotary al sostegno di questi progetti.
Ho infine lasciato al Presidente Murri una copia di un libro del fotografo milanese Carlo Orsi con immagini molto belle, in bianco e nero, delle nostre missioni, libro che l’amico Orsi, che ha partecipato con noi a molte spedizioni chirurgiche, ha pubblicato, e con il cui ricavato, interamente devoluto ad Interplast abbiamo potuto operare moltissimi bambini. Questo a sottolineare ancora una volta, come l’aiuto a iniziative come le nostre può arrivare trasversalmente, da ogni ambiente, da ogni professione o esperienza e non solo con aiuti economici.
Come sottolineo sempre in queste mie chiaccherate infatti, “Chi ha avuto tanto, e tutti noi abbiamo avuto tanto, chi ha acquisito risorse e sapere, si metta a disposizione di quanti non sanno nemmeno come e da dove cominciare”
Grazie ancora a tutti voi!
Daniele Gandini, Specialista in Chirurgia Plastica Ricostruttiva Casa di Cura S. Rossore
Senior Surgeon Interplast Italy
Rotary Club Pisa www.danielegandini.it
Messaggio inviato da Daniele Gandini il 6 settembre 2013
Caro Presidente,
volevo ancora ringraziarti per la bellissima opportunità che mi hai dato consentendomi di fare la conferenza di ieri, siete stati tutti di una gentilezza estrema, il numero dei presenti (oltretutto serata con ospiti!) era veramente elevato (ti confesso che quando parlai delle stesse cose al mio club, ce ne erano decisamente meno...!);
Grazie anche per le bellissime parole dette da tutti voi nei miei confronti e grazie per aver ricordato che ero lì anche come figlio di Sergio Gandini, che al Rotary teneva tantissimo e soffrì molto quando non era più in grado di poterci venire, infine grazie per la bellissima medaglia addirittura dedicata, del grande compianto maestro Ciucci con cui babbo aveva un'amicizia e stima grandissime.
Riferirò della serata al mio presidente Bruni e al consiglio, e li farò "ingelosire" dicendo che al Galilei ho ricevuto un'accoglienza e un interesse per la nostra attività di interplast mai avuta prima in altre conferenze da me fatte (rc cecina-rosignano, spezia, pisa, e prato-distrettuale....).
Come promesso ti metto in allegato il programma preliminare del premio Galilei dove spero che ci rivedremo.
Ancora un carissimo saluto a te e un abbraccio grande ai carissimi Vannucchi, Bonaccorsi, Gelli, Franco, Vichi, Gianfaldoni e a tutti gli altri!!!
A presto, Daniele