Il Prof. Franco Montanari ha illustrato “perché e come serve un nuovo vocabolario di greco”
Il Prof. Montanari, grecista e filologo classico italiano, è noto per aver curato il GI - Vocabolario della lingua greca, edito da Loescher a partire dal 1995, e attualmente dirige un gruppo di circa trenta ricercatori

01/04/2021 Annata 2020-2021

In apertura della serata, il Presidente introduce il relatore: Prof. Franco Montanari.

Il Prof. Montanari ha studiato all'Università di Pisa come allievo interno della la Scuola Normale Superiore e si è laureato in Letteratura greca nel 1973. E’ stato docente incaricato di Filologia bizantina e dal 1983 al 1986 professore associato di Grammatica greca presso ’Università di Pisa.

Nel 1986 è passato all'Università di Genova, come professore ordinario prima di Lingua e letteratura greca, presso la Facoltà di Magistero, e poi, dal 1991al 2020, di Letteratura greca presso la Facoltà di Lettere (oggi Scuola di Scienze Umanistiche). La sua attività scientifica riguarda principalmente la filologia omerica nell'antichità. Ha indagato il rapporto tra il Peripato e Alessandria nella tradizione grammaticale antica, sostenendo la tesi della continuità.

E’ membro del Bureau e tesoriere della FIEC (Fédération Internationale des Associations des Études Classiques); è inoltre membro della SIBC (Societé Internationale de Bibliographie Classique), direttore del CIAPh (Centro italiano dell'Année philologique), del consiglio scientifico del Centro Studi sui papiri e i documenti antichi "G. Vitelli" dell'Università di Firenze e del comitato scientifico del "Corpus dei Papiri Filosofici greci e latini", pubblicato dall'Accademia "La Colombaria" di Firenze. È membro dell'Advisory Board della Bibliotheca scriptorum Graecorum et Romanorum Teubneriana, la più prestigiosa collana di edizioni critiche dei testi greci e latini. Ha partecipato a diversi progetti di ricerca in ambito nazionale e internazionale e pubblicato oltre centocinquanta lavori, oltre a far parte del comitato scientifico di alcune riviste specialistiche.

Dal 2003 al 2009 è stato presidente dell'Associazione Normalisti. Dal 2009 dirige la Rivista di filologia e di istruzione classica.
Il Presidente passa poi la parola al Prof. Montanari:

Inizialmente il relatore introduce la differenza fra due categorie di vocabolari: i vocabolari monolingua e i vocabolari bilingue. Tale differenza caratterizza come un vocabolario viene scritto e come viene usato. Un vocabolario monolingua è tipico di una specifica lingua come ad esempio lo Zanichelli per la lingua italiana o il Webster per la lingua inglese. Viceversa, quelli bilingue sono utilizzati per tradurre da una lingua madre ad una diversa lingua.

I vocabolari bilingue sono nati anche per tradurre o interpretare testi da una lingua antica, o comunque desueta, nella stessa lingua odierna. Per esempio, non è facile per uno studente inglese capire i testi di Shakespeare o per uno studente italiano capire i testi di Dante senza opportuni commenti. I poeti che hanno scritto le loro opere lontano nel tempo hanno usato una lingua che è diventata desueta e difficile da interpretare ai nostri giorni.

Per le lingue antiche, come il greco e li latino, sono nati prima i vocabolari monolingua e, solo successivamente, quelli bilingue come ad esempio i vocabolari dal greco al latino.

Con riferimento a un vocabolario bilingue è necessario tener conto di tre elementi che lo caratterizzano: la lingua da tradurre, la lingua nella quale si deve tradurre e il layout grafico con cui viene presentato il contenuto del vocabolario stesso.
Il relatore, con riferimento in particolare ai vocabolari dal greco antico all’italiano, prende poi in esame ciascuno di questi tre elementi per giustificare la necessità di aggiornamenti periodici di un vocabolario e quindi di nuove edizioni.

Prendendo in considerazione il primo di questi tre elementi, la lingua da tradurre, potrebbe sembrare che, essendo questa nel caso del greco antico, una lingua non usata più, venga meno la necessità di aggiornare un vocabolario con nuove edizioni. In realtà non è così. Infatti l’attività di ricerca consente trovare ogni anno nuove parole, fino ad allora sconosciute, in seguito alla traduzione di codici e papiri mai letti prima e la cui traduzione apre nuove conoscenze. Ogni anno si pubblicano nuovi testi e quindi ogni anno la nostra conoscenza del greco antico si arricchisce sempre più. E, ciò che può sembrare ancora più curioso, è che ogni anno qualche parola viene eliminata dal vocabolario (parole fantasma). Sono parole, queste, che sono state create da una falsa lettura di un testo e quindi inserite erroneamente in un vocabolario ma che, non più usate, vengono poi eliminate in edizioni successive. Una ricerca di questo tipo è oggi molto facilitata mediante l’uso di tecniche informatiche.

Da questo punto di vista il relatore osserva ad esempio che, nel caso del suo vocabolario, la seconda edizione, che è del 2004, contiene 128 pagine in più rispetto alla prima d’edizione che è del 1995 e la terza edizione, che è del 2016, contiene nuove integrazioni come risultato dell’attività di ricerca, ad esempio una revisione completa dei nomi propri e delle preposizioni improprie.

Anche il secondo elemento di un vocabolario, la lingua in cui tradurre, in particolare l’italiano, richiede aggiornamenti continui perché la lingua d’uso invecchia ed è quindi necessario tener conto di queste modifiche per renderlo attuale e non usare termini ormai desueti.
Infine, l’ultimo elemento, il layout di presentazione, la veste grafica che anch’essa cambia tenendo anche conto delle evoluzioni tecnologiche che possono fornire molti aggiornamenti per facilitare l’uso del vocabolario stesso.

Il prof. Montanari termina il suo intervento ricordando che ha attivato un progetto di ricerca denominato “word in progress” per continuare ad aggiornare il suo vocabolario in modo continuo. I risultati di questa attività di ricerca sono on line e quindi accessibili a tutti gratuitamente.

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