Nel corso della serata il Presidente ha presentato un nuovo socio (vedi sotto)
Conferenza del dott. Salvatore Laganà, Presidente del Tribunale di Pisa: ‘’Crisi di coppie ai tempi di internet’’
Il presidente del Tribunale, i casi pisani e gli effetti "collaterali" dei social network nelle cause di divorzio - di FEDERICO CORTESI
Pisa, 23 novembre 2013 - «TRA MOGLIE e marito non mettere il dito», recita un vecchio proverbio. E se poi il dito scorre veloce su una tastiera di un computer collegato a un social network il rischio di un patatrac matrimoniale è ancora più alto.
Lo conferma il presidente del Tribunale di Pisa, Salvatore Laganà, che — ospite giovedì sera del Rotary Club Pisa Galilei, presieduto dal professor Luigi Murri — ha tenuto un’interessante e partecipata conferenza sul tema. «La crisi di coppia al tempo di Internet».
Dottor Laganà, ormai telefonini e la rete sono utilizzati da gente di ogni età. Si tratta di mezzi di comunicazione indubbiamente utili, ma possono essere anche ‘armi letali’ che rischiano di minare l’unità delle coppie.
«La tracciabilità delle telefonate e soprattutto dei messaggi dei cellulari ha fatto sì che, almeno per un periodo, questi mezzi diventassero il principale strumento per la scoperta e la prova dell’infedeltà coniugale. Ispezioni discrete, accurate e reiterate sui telefonini del coniuge incauto, hanno costituito, nella prima epoca dei cellulari, la prima causa della scoperta del tradimento e i fascicoli processuali sono stati inondati da stampe di sms,con poche possibilità di smentire la loro inequivocità».
Qualche caso?
«I tentativi di negare l’evidenza sono più o meno goffi: c’è l’affermazione del messaggio pervenuto per errore, del sms mandato per scherzo, sino ad arrivare alla sottrazione fisica del telefonino, come mi è capitato in un caso in cui il marito, durante un litigio con la moglie che tentava di appropriarsi dell’apparecchio, preferì buttarlo in un pozzo, con scarsi risultati ai fini della prova della sua immacolata fedeltà...».
Oggi, però, gli amori clandestini nascono e prosperano sui social network, dove però vengono scoperti.
«L’era del telefonino quale prova dell’infedeltà è in gran parte tramontata ed è ormai una minoranza di sprovveduti quella che riesce a farsi cogliere in flagrante adulterio grazie a tale strumento. L’avvento di internet è stata una rivoluzione, soprattutto con la diffusione sempre più capillare dei social».
Quale è l’influenza di internet nei rapporti di coppia e nell’incidenza della crisi di coppia?
«Sono tre sono i dati fondamentali. Primo: il moltiplicarsi in un ambito estremamente esteso della possibilità di relazionarsi con altre persone e, conseguentemente, della possibilità di far nascere da tali relazioni, inizialmente solo virtuali, anche vere e proprie infedeltà coniugali. Secondo: l’utilizzo della rete per comunicare con la persona con cui si intrattengono relazioni di tal genere - sia che siano nate all’interno della rete che al di fuori - e per comunicare l’esistenza della relazione ad altri, con il conseguente esponenziale aumento della possibilità di essere scoperti. Terzo: la possibilità di utilizzo di tali informazioni - che tendenzialmente rimangono definitivamente in Rete - quali elementi di prova in un giudizio civile o penale».
Elementi di prova che non sono difficili da trovare su Facebook?
«Anche quando – raramente, invero – vi sia il massimo della riservatezza da parte del coniuge fedifrago, che rinuncia a mettere qualsiasi informazione compromettente in rete, è spesso il partner, più o meno clandestino, che ci pensa».
Un altro esempio?
«Mi è capitato il caso di un agente di commercio che aveva stretto una relazione con la titolare di un negozio situato all’altro capo della penisola, che periodicamente visitava per ragioni del suo lavoro. Ebbene, questa gentile signora nel suo profilo Facebook non solo si era dichiarata fidanzata del signore in questione ma aveva prescelto, quale immagine identificativa del suo profilo una foto in cui figurava abbracciata con il compagno».
E poi cos’è successo?
«L’immagine era stata riportata incautamente nell’elenco degli amici del profilo dell’uomo, per cui era stato facile al figlio appena tredicenne scoprire la tresca, farsi a sua volta accreditare quale amico della signora e avere libero accesso a tutte le foto da lei inserite in cui figurava un ampio e inequivocabile catalogo della relazione da lei intrapresa con l’uomo.Vi è bisogno, di fronte a questi elementi, di ricercare ulteriori prove?»
federico.cortesi@lanazione.net
Benvenuto al nuovo Socio
Avvocato Giampaolo Russo
Giampaolo Russo nasce a Pisa il 14 aprile 1979. Dopo aver frequentato il Liceo Classico, si iscrive alla Facoltà di Giurisprudenza “La Sapienza” di Pisa, dove nel 2004 si laurea in Diritto Internazionale. Trascorre l’anno accademico 2001/2002 a Parigi, dove studia presso la Facoltà di “Paris II Panthéon-Assàs. Ha superato l’esame di avvocato in data 05 febbraio 2009.
Attualmente lavora presso lo Studio Legale Mirabile di Pisa, specializzato in diritto civile.
Grande lettore sin dall’infanzia, durante gli anni del liceo comincia a scrivere e, nel 2007, pubblica con Polistampa il romanzo giallo dal titolo “L’assassino minacciato”; successivamente, nel 2009 escono alcuni suoi racconti sulle antologie “Toscana, tra crimini e misteri”. Ha appena terminato di scrivere il romanzo introspettivo “Scaccianeve” e sta lavorando a una nuova opera, dal titolo “Gli alberi sono caduti in disuso”.